Il comportamento umano è il prodotto della risposta a molteplici stimoli di tipo esterno (per es. stimoli ambientali, cultura) e di tipo interno (dolore, sentimenti, pensieri, complessi inconsci) e mira principalmente al soddisfacimento di bisogni primari che riguardano sia l’integrità fisica sia l’ integrità psichica.
L’integrità e la sicurezza psichica si fondano sul senso di identità, di continuità e di appartenenza, e vengono garantite dal soddisfacimento di alcuni bisogni di base dell’essere umano. Possiamo indicare in ordine sparso alcuni tra i più significativi secondo alcuni autori tra i più illustri della teoria psicoanalitica (D.Winnicott; W. Bion; T. Ogden):
• Bisogno di conforto
• Bisogno di protezione
• Bisogno di rispecchiamento
• Bisogno di relazioni intime
• Bisogno di relazioni sociali
• Bisogno di autonomia
• Bisogno di barriera protettiva
• Bisogno di rappresentazione mentale dei propri sentimenti
• Bisogno di salvaguardia della dignità
• Bisogno di continuità dell’esperienza di sé
Ciascuno di questi bisogni emerge fin dalla nascita e nel corso della vita viene perseguito in un modo del tutto peculiare da parte di ciascun individuo, che quindi troverà forme di adattamento personali. Tale adattamento però può essere o diventare anomalo e patologico e ciò accade quando la modalità scelta non corrisponde adeguatamente alla realtà esterna.
Nelle demenze degenerative i deficit cognitivi e mnestici alterano le capacità di comprendere l’ambiente circostante, riducendo pesantemente le possibilità di adattamento. Le facoltà di comunicazione si impoveriscono; progressivamente la consapevolezza di sé e del proprio stato mentale si annulla.
Sulla base della mia esperienza clinica posso affermare che nei malati di demenza la ricerca del soddisfacimento dei bisogni psicologici non cessa, ma avviene ad un livello molto primitivo, non potendo più contare sulla raffinatezza delle funzioni superiori2. Per esempio, nelle demenze in fase avanzata vediamo che i bisogni psicologici possono esprimersi non più attraverso il linguaggio e il pensiero cosciente, bensì attraverso posture e comportamenti particolari, o tramite pensieri deliranti e allucinazioni.
La ricerca di uno spazio personale e di un rifugio sicuro può tradursi per esempio in isolamento e in ritiro autistico, cioè in una chiusura ermetica in se stessi. Il bisogno di controllare la paura può esprimersi in un irrigidimento fisico abnorme (contrarsi, aggrapparsi); la vergogna può essere espulsa attraverso l’insulto; la frustrazione che deriva dall’impotenza può essere espressa attraverso il gesto impulsivo; il bisogno di mantenere la propria continuità identitaria può esprimersi attraverso comportamenti ripetitivi e stereotipati. Lo sforzo disperato è spesso quello di mantenere un senso di sé ancora valido, che contrasti l’esperienza progressiva di inadeguatezza e di annientamento.
La degenerazione cerebrale cronica e progressiva determina disturbi comportamentali che possono essere il risultato di una miscela di cause di tipo cognitivo (l’agnosia non permette di riconoscere uno stimolo e il suo significato) e di tipo psicotico (delirio persecutorio, allucinazioni). A questo si aggiungono variabili estremamente soggettive legate alla personalità pregressa del paziente nei suoi aspetti psichici consci ed inconsci e alla sua storia personale.
Il comportamento inadeguato del paziente demente viene spesso riferito con la parola generica “agitazione”. L’agitazione rimanda ad uno stato di turbolenza emotiva piuttosto elevata che coinvolge con intensità diversa il corpo: spesso infatti si dice “agitazione psico-motoria”. Bion ci ha insegnato ad immaginare la mente come un vaso contenitore, che se non è più in grado di tenere dentro di sé dei contenuti eccedenti, come possono essere le emozioni, può in un certo qual senso “rompersi”, lasciando il corpo in balia delle sensazioni, le quali nel caso dei pazienti dementi sono generalmente molto angoscianti.
I disturbi del comportamento3 si possono distinguere in:
- Aggressività fisica
- Aggressività verbale
- Comportamento inadeguato non aggressivo (per es. vagabondaggio, furto, affaccendamento, lamento incessante)
- Apatia
SUGGERIMENTI OPERATIVI
L’approccio ai disturbi del comportamento richiede da parte di chi assiste molta attenzione paziente al proprio comportamento, che deve essere incoraggiante anziché colpevolizzante, affinché non venga aggravato il sentimento di umiliazione generalmente presente nel malato.
Sono da evitare rigorosamente estenuanti ragionamenti, finalizzati a voler ristabilire un esame critico della realtà (spesso impossibile) poichè hanno il solo effetto di aumentare un sentimento di ostilità nel paziente, che questi non tarderà ad esprimere.
L’ambiente, soprattutto quando non familiare, deve essere rassicurante, allestito in modo semplice, ma bene differenziato, avendo cura di evitare gli specchi, i quadri a contenuto astratto, ricercando invece di arricchirlo con effetti personali che facilitano l’orientamento personale. I rumori eccessivi sono da evitare (televisione, schiamazzi, voci alte) poiché aumentano il già esistente stato di confusione interno. Programmi televisivi indiscriminati, suoni radiofonici, voci fuori campo visivo aumentano gli stati di agitazione.
Ad un ambiente semplice e sicuro deve corrispondere un modo di relazionarsi altrettanto semplice e rassicurante attraverso un tono di voce moderato, un eloquio lento, calmo, con comunicazioni verbali brevi e chiare, semplici, mai eccedenti l’effettiva capacità di comprensione da parte dell’anziano.
Un accudimento sufficientemente adeguato è tale quando riesce a tener conto di una costante modulazione degli stimoli: deve essere evitata l’ipostimolazione ma anche l’iperstimolazione.
Sappiamo infatti, che se da una parte l’ipostimolazione delle funzioni residue deve essere evitata, poiché porta più rapidamente alla perdita delle stesse, contribuendo ad aumentare il già presente senso di fallimento e il sentimento di vergogna, dall’altra anche l’iperstimolazione deve essere evitata, poiché può indurre stati confusionali, sentimenti di sopraffazione con conseguenti reazioni catastrofiche, che indicano un vissuto di natura traumatica.
Nel mezzo la virtù!
dott.ssa Palma Minervini
Psicologa-Psicoterapeuta